Pensiero

Qui ricordo te
fra le cose più semplici.
Nelle carezze che la sera
dedica alla fatica,
nelle parole che il vento
insegna al mare.
Qui mi vieni in mente
distante da gioie indiscrete,
riflesso d'ombre
che spaventa il mattino
ferita inferta
per lacrimare in eterno.

Qui torni a trovarmi
tra le cose più belle
quei giorni
dove non sono più.

Solitudine

Cosa me ne faccio di quest'alba
se abbiamo smesso di sorprenderci,
cosa mi rimane di quest'universo
se non ci sono più regni da conquistare.
Delusi
da tutto ciò
che chiamavamo amore
splende il confine ultimo
di un silenzio afflitto,
infilzato nelle tempie
come il dolore più tenero...
le foglie vanno a morire dove vuole il vento.

Fragile

Non ti accorgi, non sai
quanta poesia indossano i tuoi sguardi.
Quando corteggi i vasti orizzonti
che s'inchinano al tempo,
lembi d'azzurro derisi dal vespro
null'altro che misera grandezza.
Non vedi, non puoi
comprendere quanti giorni
doni al mio passato
quando plani sul cristallo della sera
e dipingi la perfetta traiettoria
in direzione dei miei abissi.
Tu,
maestosa vela
spiegata verso il rimpianto,
non sai, non ti accorgi
di come io sia,
senza il tuo amore,
la più fragile delle notti.

Un giorno

Accoglierai, un giorno
la saggezza delle Vette,
capirai i quesiti degli Oceani
la dolcezza delle Tempeste.
Rispetterai il Vento
e ogni sudicio fiore,
manterrai i segreti
di ogni Fiume.
Non sarai più in grado
di sfamare la Rabbia
dissetare Vendetta,
aiuterai il Cielo a navigare
gli errori a naufragare...

lo vorrai un giorno e
quel giorno
ti chiamerò Uomo!

Come la nebbia

Ci racconteranno
come si raccontano
inverni
di piene e di risvegli,
di carezze in riva al fuoco.
Torneranno ad amarci
come si ama quel sole
che non si mostra.
Quando
come la nebbia,
sulle sponde del giorno
ci poseremo
e ci abbandoneremo
alla pietra in tumulto,
accarezzeranno la chioma
di parole mai nate.
Ogni istante sarà
già
istinto di memoria,
sulle spente labbra
di un tempo che non perdona.


Zona d'ombra


Non soccombo a queste onde
sereni giorni
incantatori di saccenti.
Crepita la frontiera
crena maleodorante,
tollerando il sonno
del girasole
armo il torace.
Avanzo di un secolo
folate di minuti
a scandire il martirio,
lascio che parli
il mio sangue.
Combatti per la tua libertà,
vieni alla luce.
Cadremo insieme
tenendoci per cuore
sbranati,
cremisi steli ma
fuori dalla zona d'ombra.